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domenica 15 luglio 2012

Obesità infantile: riconoscerla e sconfiggerla con attività fisica


or ora alle 17:37




Obesità infantile: riconoscerla e sconfiggerla con attività fisica
L’Italia come la stragrande maggioranza dei paesi industrializzati sta registrando di anno in anno un numero sempre maggiore di bambini «over size» (obesi).
Secondo l’indagine «Occhio alla salute» (condotta in 2610 scuole elementari dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali), realizzata su circa 46mila alunni della terza elementare in tutta Italia, il 9% è già obeso.

Un problema non da poco a causa delle innumerevoli conseguenze che l’eccesso ponderale causa a breve e lungo termine.
L’obesità infantile è, infatti, una vera e propria malattia purtroppo spesso sottovalutata proprio da chi, i genitori, avrebbero il dovere di controllarla.
Quattro mamme su dieci rifiutano di vedere l’evidenza e pensano che i figli in sovrappeso siano in realtà normopeso.

Una intera generazione che, come riportato dall’Oms, è destinata, se non si provvede, ad avere una spettanza di vita inferiore a quella dei propri genitori.
No all’emarginazione
Dati allarmanti che hanno indotto il Coni di Modena (presieduto dall’ex campione di volley Franco Bertoli) a realizzare il progetto «Muoviti!», un programma di lavoro innovativo a più mani – collaborano il Cus Modena, l’Ordine provinciale dei medici e la Federazione italiana medici pediatri – per fare in modo che i giovani obesi, di solito poco stimolati ed emarginati per le loro caratteristiche fisiche dalle comuni attività sportive, di muoversi e di imparare a gestire il loro corpo, trovando lo sport che più li gratifica e coinvolge.

La salute futura in serio pericolo

Oltre alla sedentarietà, anche la scarsa attività fisica nei primi anni di vita sono predittivi di aumento dell’adiposità nell’adolescenza e poi nell’età adulta. L’attività fisica è strumento efficace per curare le malattie cardiovascolari e dismetaboliche.

Questa è la grande sfida di Muoviti: organizzare attività divertenti, coinvolgenti, sicure, efficaci e scientificamente adeguate che producano salute e benessere psico-fisico; riuscire a smuovere dal divano, dal televisore, dal computer, dalla tavola … dalla sedentarietà i bambini sovrappeso; orientarli ad una pratica sportiva.

Cattive abitudini

L’indagine ha permesso anche una raccolta di dati sulle abitudini alimentari, sull’attività fisica e sulla percezione del problema da parte dei genitori.
Tra le cattive abitudine alimentari, un’assente o scorretta prima colazione.
Infatti, l’11% dei bimbi salta la colazione e il28% non la fa in maniera adeguata.
Troppe calorie (più di cento), invece, alla merenda e quasi un bambino su quattro non consuma né frutta né verdura. Anche l’attività fisica lascia molto a desiderare.


by
Giovanni



giovedì 12 luglio 2012

Allenamento Pettorali


or ora alle 20:52

Petto testardo

Siete in una condizione di stallo da parecchi mesi? I vostri pettorali non ne vogliono sapere di crescere? Cambiate strategia!! La maggior parte delle volte, nel bodybuilding, è inutile intestardirsi cercando di migliorarsi nel programma che si sta facendo, ma è necessario sconvolgere drasticamente l'allenamento! Di seguito vi proporrò una tattica efficacissima.
Solitamente la sessione per i pettorali si apre con un esercizio composto (come il bench press), per poi proseguire con esercizi sempre più specifici (come le croci su panca), ed è doveroso confermare che è assolutamente corretto usare questo sistema ma nei casi suddetti una delle tecniche migliori è invertire! Propongo cioè di cambiare l'ordine degli esercizi: ossia partire dagli esercizi di isolamento per arrivare poi ai multiarticolari. Lo scopo di questa strategia è quello di pre-affaticare i pettorali con esercizi di isolamento per far sì che cedano prima dei muscoli ausiliari che sono pesantemente coinvolti negli esercizi multiarticolari come le distensioni. Partiremo quindi con gli esercizi di isolamento che stimolano solo i pettorali e proseguiremo poi con esercizi di distensione con molteplici angolazioni in modo da stimolarli il più possibile. Con questo programma si cerca di "esaurire" i pettorali stimolando il numero maggiore di fibre muscolaripossibile!

Allenamento ed esercizi

Eccovi uno schema d'allenamento tipo:
Croci su panca piana
1) CROCI SU PIANA CON MANUBRI (1 serie di riscaldamento + 4 serie da 10-12 rip.) Preparazione: Sdraiatevi supini sulla panca piana tenendo due manubri in modo che i palmi delle mani siano una di fronte all'altro. Distendete le braccia tenendo però i gomiti leggermente flessi. Esecuzione: Aprite le braccia mantenendo la flessione dei gomiti e scendete fino all'altezza delle spalle. Contraendo i pettorali riportate i manubri nella posizione di partenza seguendo sempre una traiettoria ad arco.

allenamento pettorale2) DISTENSIONI SU INCLINATA ALLA MULTIPOWER (4 serie da 8-10 rip.) Preparazione: Inclinate lo schienale della panca a 30° e sdraiatevi supini su di essa. Regolate il bilanciere in modo che sfiori la parte superiore del petto nella posizione inferiore. Afferrate il bilanciere con una presa poco più ampia delle spalle. Esecuzione: Sganciate il bilanciere ed abbassatelo lentamente fino a sfiorare i petto. Sollevate il bilanciere distendendo le braccia verso l'alto e ricominciate.

Panca piana pettorali

3) BENCH PRESS (3 serie da 6-8 rip.) Preparazione: Sdraiatevi supinamente sulla panca, afferrate la sbarra con una presa piuttosto ampia, schiacciate la schiena sulla panca e piantate saldamente i piedi a terra. Esecuzione: Abbassate la sbarra al petto e senza molleggiare sollevate il carico con forza distendendo le braccia verso l'alto senza bloccare i gomiti e ricominciate.
www.lavorodelbusiness.blogspot.com 


by


Giovanni


domenica 8 luglio 2012

Che dolore… mi sa che ho il torcicollo!


or ora alle 15:41




Arrivati nel 2012 si constata come restino ancora ben saldi, nella tradizione popolare, detti e credenze in riferimento 
a sintomi più svariati. Un esempio frequente riguarda dolori acuti e rigidità al collo.


Che dolore… mi sa che ho il torcicollo!  Forse avrò preso un “colpo di freddo”! 
Non è ancora entrata nella mentalità comune la curiosità di informarsi scientificamente sul proprio stato di salute, sulle cause che possono realmente condurre allo 
sviluppo di un sintomo, ma viene più comodo basarsi 
sulle credenze popolari, sui consigli del vicino o della 
mamma.


La mancanza di conoscenza limita la libertà di scegliere, proprio perché, non 
comprendendo una situazione, non 
sappiamo come affrontarla e ci affidiamo al primo suggerimento che appare 
sensato (anche se di sensato, spesso poco ha).
Non è concepibile come nel 2000 si sappia tutto sul calcio,
su facebook, sulla tecnologia, sulla moda, sui gossip e non si conosca un minimo di 
fisiologia del nostro organismo.

Pensate, si sente ancora raccontare che c’è chi si cura 
un’influenza con gli antibiotici! 


La popolazione non è interessata a documentarsi su come 
le aggiornate ricerche medico-scientifiche spiegano la reale 
comparsa di malattie; si vive nella disinformazione totale e 
spesso si sbaglia ad intraprendere una determinata cura.


Il dolore acuto al collo, con conseguente rigidità e limitazione dei movimenti, è uno dei tanti problemi in questione. Il paziente al risveglio al mattino, senza alcun motivo, avverte un forte dolore alla regione cervicale e nel giro di pochi attimi, provando a ruotare il capo, 
sente una marcata impossibilità ai movimenti; la stessa cosa può insorgere gradualmente durante un giorno qualunque, sempre senza alcuna chiara ragione.


Sembra non esserci la causa. 


Quando tali soggetti si rivolgono alla nostra attenzione 
spesso descrivono: “…mah, forse sono stato in mezzo alla 
corrente d’aria e ho preso un colpo di freddo”. 


Tale convinzione, non supportata da nessuna conoscenza 
del funzionamento del corpo, serve al paziente per avere 
una certo dominio e una certa sicurezza sull’accaduto.


Se fosse vera tale spiegazione, immaginate quante persone 
sedentarie in ufficio, soggette all’aria condizionata,  
sarebbero perennemente con torcicolli (cosa che  invece non si 
manifesta); lo stesso per autisti che viaggiano spesso con 
finestrino aperto, per non parlare di sportivi che durante gli 
allenamenti all’aperto nella stagione invernale si fermano 
anche cinque minuti per ascoltare le indicazioni dell’allenatore. Una pandemia di torcicolli…ci pensate? 



Torcicollo sintomi
  • Rigidità del collo, movimenti limitati                                                       
  • Che porta il mento verso il lato opposto del dolore.
  • Dolore al collo
  • Spalla è più alta su un lato del collo.
  • I muscoli del collo può essere gonfio.




Per fortuna le cose non funzionano proprio così.


Il torcicollo non è problema di infiammazione della regione cervicale; chiariamo bene questo punto. 
È una situazione di contrazione muscolare continua, 
spasmodica ed acuta (chiamata contrattura) che interessa il muscolo e in seguito, indirettamente, limita il movimento articolare delle vertebre cervicali; ma non si tratta di processo infiammatorio, e questo è ben dimostrato dai pazienti stessi che, dopo  l’assunzione di farmaci 
antinfiammatori, non riferiscono alcun miglioramento (la risoluzione, nei casi lievi, spesso viene spontaneamente nel corso dei giorni).

Bisogna capire perché quel paziente (in quella situazione 
della giornata, dopo movimenti o sforzi, in relazione ad un 
periodo di stress, in seguito ad interventi chirurgici o a problemi viscerali, ecc.) ha instaurato la contrattura.

Dopo una approfondita valutazione funzionale ed osteopatica possono emergere elementi chiave alla spiegazione del problema: ad esempio il paziente nei giorni precedenti ha
 fatto un lavoro non comune, oppure uno sport o allenamento insolito, oppure nell’ultimo periodo ha avuto un lutto in famiglia o un forte dispiacere o una forte arrabbiatura,
oppure è stato soggetto ad una estrazione o impianto di un 
dente, oppure ha avuto gonfiori addominali, difficoltà alla 
digestione e all’evacuazione.

La fisiologia ci insegna che tutte queste condizioni (ed altre 
ancora), in modo inconscio, alzano il tono di base della muscolatura (il paziente cioè non può avvertire questa condizione fino all’emergere dei sintomi); se la situazione perdura 
ed il tono muscolare non ritorna ad un livello normale, nel 
tempo si instaura la contrattura e il dolore.

Il fattore “colpo di aria fredda”, che effettivamente porta 
un piccolo aumento 
t e m p o r a -neo del tono m u s c o l a r e , 
rappresenta solo l’ultimo tassello del puzzle che da
tempo si sta componendo.


Bisogna avere una visione globale del paziente,
non essere settoriali; si scopriranno
con stupore cause molto lontane dalla regione coinvolta, si 
capirà finalmente perché varie cure proposte hanno fallito 
(cure spesso sintomatologiche, volte a coprire i sintomi, più 
che ad estirparne l’origine) e se ne potranno proporre altre 
di causologiche,  lavorando sulla biomeccanica del paziente (trattamenti manuali vertebrali o muscolari-fasciali), sul suo sistema viscerale (migliorare una digestione per 
ridurre un dolore cervicale o una cefalea),  su quello occlusale (magari un bite può risolvere delle tensioni della  masticazione che riflettono sul collo), su quello oculare (un 
cambio di lenti può migliorare l’asse orizzontale del capo),

e infine (non da ultimo, ma sempre più frequente negli ultimi decenni) sul sistema emozionale (in percentuale sono  sempre più assidue le richieste di consulto di pazienti che
si bloccano periodicamente nei mesi di maggior stress lavorativo, o che non capiscono che in seguito a periodi di delusioni o dispiaceri o sofferenze la muscolatura può notevolmente
aumentare il suo tono).


La tradizione, i consigli del vicino, la cultura dell’amico del 
bar dovrebbero essere lasciati un po’ in disparte a favore 
di una stimolante curiosità per l’aggiornata ricerca medica, 
per conoscere a fondo il meraviglioso mondo di noi stessi. 
Fatelo per voi, per i vostri figli, per un futuro senza malattie…


www.filosofandogiovbortoli.com


by


Giovanni

sabato 7 luglio 2012

Un popolo di sedentari


or ora alle 01:43


I progressi della tecnologia e il ritmo frenetico della vita moderna
ci hanno trasformato in un popolo di sedentari e stressati.
Purtroppo, se da un lato ci siamo evoluti, dall’altro stiamo
trascurando la cosa più importante che abbiamo: la salute.


Recentemente leggevo un articolo che descriveva le abitudini
dell’uomo medio durante la giornata, in una città con più di
100.000 abitanti. Emergeva un dato preoccupante: non ci
muoviamo più!


Passiamo 8-9 ore dietro una scrivania, 1 ora sui mezzi pubblici
per andare al lavoro, 3 ore per i pasti principali, 2 ore circa
davanti al televisore. Poi andiamo a dormire e, se siamo fortunati,
riposiamo per 6-7 ore. Basta fare due calcoli per accorgersi che
trascorriamo, quasi tutta la giornata, stando seduti o distesi.
È vero che non tutti fanno un lavoro sedentario, ma rimane


comunque un dato allarmante. I risultati di queste cattive abitudini
infatti sono:


 pressione alta;
 colesterolo (ldl) alto;
 glicemia alta;
 stress;
 sovrappeso;
 ipotonia muscolare;
 insonnia;
 perdita di elasticità muscolare;
 ansia;
 depressione.


La lista sarebbe ancora più lunga, ma ho scelto di soffermarmi
solo sulle problematiche principali. Questi dati devono farti
riflettere e spingerti a modificare le tue abitudini. Del resto,
quando stai male, tutte le altre cose (anche il lavoro) passano in
secondo piano.


Ho voluto fare questa premessa per spiegarti che fare sport deve
diventare un’abitudine di vita e, anche se ti sembra impossibile,
devi trovare dei momenti da dedicare alla tua persona e praticare
un’attività salutare. Non farti condizionare dalla società moderna:
pensa anche al tuo corpo e trattalo bene!


www.lavorodelbusiness.blogspot.com


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